Tajani in Egitto
23-01-2023 07:29 - News
Si è appena conclusa la visita del vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in Egitto, giunta dopo le recenti visite in Turchia e Tunisia e dopo il viaggio in Italia del ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, nell’ambito della sua partecipazione ai Med Dialogues organizzati a Roma nel dicembre scorso.
Fonte: AGENZIA NOVA
Diversi i temi affrontati da Tajani con le personalità egiziane e del mondo arabo incontrate dalla serata di ieri, dalla lotta all’immigrazione irregolare, alla crisi in Libia, passando per energia, guerra in Ucraina e sicurezza alimentare. L’attenzione è stata rivolta anche ai casi di Giulio Regeni e Patrick Zaki, sebbene su quest’ultimo il ministro abbia fatto sapere che è “la giustizia egiziana che decide”.
Ad ogni modo, i segnali ricevuti dal presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi e dall’omologo Shoukry sono stati positivi. “Non c’è stata nessuna reticenza” da parte del Cairo, ha dichiarato Tajani durante una conferenza stampa congiunta con l’omologo egiziano, aggiungendo: “Ho chiesto ancora collaborazione da parte egiziana. Sia il presidente sia il ministro degli Esteri mi hanno assicurato la volontà dell’Egitto di rimuovere gli ostacoli che possono creare problemi”. “Il problema è stato sollevato dal presidente stesso, il quale mi ha detto che è intenzione dell’Egitto risolvere il problema e togliere tutti gli ostacoli a una sempre più proficua collaborazione tra i nostri Paesi”, ha aggiunto.
Tajani è stato ricevuto dal segretario generale della Lega araba, Ahmed Aboul Gheit, con cui ha “discusso di questioni relative alla stabilità nella regione araba, prime fra tutte quella palestinese e la cooperazione tra Europa e mondo arabo”, secondo quanto affermato su Twitter da Aboul Gheit, aggiungendo: “L’Italia svolge un ruolo rilevante nel Mediterraneo e non vedo l’ora di rafforzare le nostre relazioni”. Questa mattina, invece, il ministro si è recato in visita alla cattedrale copta e alla chiesa copta di San Pietro, dove nel dicembre 2016 un attentato terroristico provocò la morte di 29 individui e il ferimento di altri 47.
Il vicepresidente del Consiglio è stato ricevuto dal presidente Abdel Fattah al Sisi. Nell’occasione, ha fatto sapere lo stesso Tajani, le parti hanno discusso di “sicurezza energetica, cooperazione economica e stabilità nel Mediterraneo, soprattutto in Libia, anche per contrastare l’immigrazione irregolare”. La crisi libica è stata un tema centrale anche nei colloqui con l’omologo Shoukry.
“Dobbiamo avere una soluzione della crisi libica”, ha dichiarato il vicepresidente del Consiglio durante la conferenza stampa congiunta, continuando: “Noi vogliamo che si arrivi ad una accordo fra le parti per avere elezioni parlamentari e l’elezione del presidente della Repubblica. L’Egitto è un Paese molto importante con il quale confrontarci per trovare i giusti e positivi risultati in Libia”. “La soluzione al problema libico è anche parte della soluzione del problema della immigrazione illegale” ha poi riferito Tajani, aggiungendo: “Sappiamo l’azione che svolge l’Egitto, che blocca partenze di migranti, ma poi magari ci sono persone che si muovono illegalmente”. “Ho ribadito che per noi è importante fare accordi. Siamo disponibili ad avere più migranti legali, anche provenienti dall’Egitto”, ha continuato il ministro.
“Nei colloqui ci siamo soffermati a lungo sulle questioni economiche e sulla possibilità di collaborare in tutti i settori, sia dal punto di vista energetico che dal punto di vista industriale e dal punto di vista agricolo”, ha fatto sapere il vicepresidente del Consiglio.
Nel pomeriggio, invece, Tajani ha assistito alla firma di un memorandum di intesa tra il GKSD Investment Holding/Gruppo San Donato e il ministero della Salute egiziano per la gestione di uno dei principali istituti sanitari locali, l’ospedale Sheikh Zayed del Cairo. “Sono qui per rafforzare la cooperazione tra Egitto e Italia in tutti i settori”, ha dichiarato il ministro nel corso del suo intervento, definendo l’intesa raggiunta “molto importante” per l’Italia, l’Egitto e per la salute del popolo egiziano, auspicando che possa “spianare la strada a molti altri accordi in futuro”.
“Salvaguardare la salute dei cittadini è una priorità in tutti i Paesi e vogliamo esportare il nostro know how per rafforzare la vostra organizzazione e la vostra rete per sostenere il popolo egiziano”, ha affermato il ministro, facendo sapere che Roma e Il Cairo sono intenzionate ad organizzare “un Business forum per rafforzare la cooperazione anche tra imprenditori”. Infine, Tajani ha incontrato il grande imam di Al Azhar Aḥmad al Tayeb. “L’Egitto è un riferimento per il pluralismo e il dialogo interreligioso”, ha scritto il ministro su Twitter commentando l’incontro. “L’Italia è in prima linea per la tutela della libertà di credo”, ha aggiunto Tajani.
Rivolgendosi ai giornalisti, Tajani ha sottolineato che “c’è una grande voglia di Italia anche in Egitto”, mentre l’Italia vuole porsi come “interlocutore attivo” con tutti i Paesi del Mediterraneo, “in grado di affrontare i problemi, affinché possa essere incoraggiata la crescita economica e si possa risolvere il problema migratorio e quello energetico”. L’Italia vanta una vasta presenza di imprese in Egitto.
In primis, si segnala Eni che nel 2015 ha effettuato la più grande scoperta di gas mai realizzata in Egitto e nel Mar Mediterraneo, ovvero il giacimento di Zohr, all’interno della concessione Shorouk, a circa 190 chilometri a nord della città di Port Said. Il 13 aprile scorso Eni ed Egas hanno firmato un accordo quadro per massimizzare la produzione di gas e le esportazioni di Gnl e il 25 agosto il Governo ha assegnato in prima approvazione a Egas ed Eni l’area di ricerca offshore di idrocarburi el Arish. Di recente, a inizio gennaio, Eni ha annunciato una nuova importante scoperta di gas nel pozzo esplorativo Nargis-1, nella concessione “Nargis Offshore Area”, nel Mar Mediterraneo orientale, al largo dell’Egitto.
Il pozzo Nargis-1, perforato in 309 m d’acqua dalla nave di perforazione Stena Forth, ha incontrato circa 61 m di arenarie del Miocene e dell’Oligocene contenenti gas. La scoperta potrà essere sviluppata sfruttando la vicinanza alle infrastrutture Eni esistenti.
Fonte: AGENZIA NOVA
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